“La mia ricerca è tesa alla sublimazione poetica dei rifiuti, degli oggetti usati, logorati, residui solidi dell’esistenza. Essi ci parlano di un ricordo e ci sollecitano a pensare a tutto ciò che è avvenuto nella loro vita precedente, prima che essi finiscano definitivamente nell’immobilità dell’opera d’arte, un’arte che illustra la vita con la semplicità della stessa. Nella materia trovo il potenziale espressivo che mi interessa, la scelta dei materiali mi allarga il campo all’infinito, tutto può diventare arte io non invento nulla, non faccio altro che assecondare la materia, leggerla, interpretarla, stabilendo un contatto vitale con essa”.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali sia in spazi istituzionali, musei e gallerie civiche sia in spazi indipendenti e privati, gallerie d’arte e centri culturali.